ADDIO PICCOLO GRANDE “ZITO”

È mancato – nella giornata di ieri – Giorgio Mantovani, uno dei protagonisti indiscussi della nostra storia: da giocatore prima e da allenatore poi. Una figura da inserire di diritto nella hall of fame del Vanchiglia.

Da giovane è stata una grande promessa del calcio piemontese e l’autentica punta di diamante dell’allora NAGC (Nucleo Addestramento Giovani Calciatori) del Vanchiglia, sotto la guida tecnica di Matteo Dalla Riva e la supervisione di Gaspare Tallia.

Antesignano di una generazione di calciatori che scrisse pagine indelebili di storia consegnando al Vanchiglia in quegli anni lo scettro di regina del calcio giovanile piemontese. 

Giocava da mezzala e riusciva sempre ad ovviare al divario fisico grazie alla sua intelligenza calcistica ed una tecnica sopraffina, tanto da essere considerato da tutti il cervello della formazione.

Per tutti i suoi compagni e non solo sarà Zito. Un nomignolo dato dai suoi amici del rione con cognizione di causa. Perché Giorgio ricordava ec- come il giocatore del Brasile, campione del mondo nel 1958 e 1962, la cui caratteristica più chiara era proprio quella di essere un centrocampista dotato di buona tecnica, ma anche di grande acume tattico.

Al Vanchiglia vince tutto ed è anche un punto fermo della Rappresentativa. Poi approda all’Asti Macobi con cui riesce ad esordire anche tra i professionisti in Serie C.

Torna al Vanchiglia nel 1980, chiamato da Gaspare Tallia che gli affida la responsabilità della neonata Scuola Calcio del Vanchiglia.

Giorgio Mantovani sarà, insieme al suo fidato ed eclettico dirigente Salvatore Rizzo, Marco Gatti, Gigi Lenta, Sergio Masso e tanti altri, l’alfiere della ricostruzione della società dalle fondamenta, quando – morto Tallia nel 1982 – il castello vanchigliese sembrava crollare sotto i colpi di un infausto destino. 

Mantovani, con la sua passione, la sua competenza calcistica ed i suoi modi di fare, forgerà – per quindici anni – al Vanchiglia generazioni di calciatori. Nessuno di loro lo dimenticherà mai. Perché i maestri come lui lasciano impronte morali che saranno riconoscibili per anni ed anni: oggi tanti di quei ragazzi che ha formato sono uomini. E questo anche grazie a lui. 

Addio piccolo grande Zito. Addio Maestro. Non ti dimenticheremo mai!